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martedì 11 marzo 2025

I CORVIDA VOGLIONO TROVARE LA LORO PERSONALE "SCALA PER IL PARADISO" - RECENSIONE DI LUCA STRA PER #DIAMANTINASCOSTI

 


Essere giovani ha sicuramente un vantaggio, ossia che “il futuro non è ancora scritto”, come cantava Joe Strummer. E i tre membri dei Corvida, Claudio cantante e chitarrista, Frank, batterista e Francesco Checco, bassista sono trentenni, assolutamente non newcomers del panorama rock nostrano, ma, comunque giovanissimi uomini secondo i parametri attuali. Il loro ultimo lavoro, “Up” è uscito a dicembre 2024 ed è cantato interamente in inglese. Assaggiando i pezzi che lo compongono emergono inequivocabili sapori grunge e stoner, come hanno confermato loro stessi in un’intervista che ci hanno concesso. Lo scrivere i brani in inglese ha il vantaggio di permettere di rispettare meglio la metrica e quindi di avere buoni risultati in meno tempo, oltre che di poter esprimere più concetti. Il feeling tra i membri del gruppo è notevole ed emerge dall’impasto sonoro di “Up”. Tra i pezzi che più spiccano si pongono sicuramente “Dancing Root” e “Cloudy song”. In questi, come negli altri brani dell’album, emerge come elemento trainante del gruppo Claudio che dà un’impronta al sound molto precisa. “Cloudy song”, tra l’altro, oltre ad essere una canzone nuvolosa è una di quelle in cui Claudio si rispecchia maggiormente, come atmosfere e per l’assonanza con il proprio nome. Gli eroi sono i Soundgarden – gruppo ritratto sulla maglietta del frontman il giorno dell’intervista – oltre ai Blink 182 e un po’ tutta quell’ondata che è arrivata in tutto il mondo da Seattle e dintorni nei ruggenti anni 90, forse l’ultima vita mainstream del genere. 


Trent’anni dopo la musica è cambiata e, con lei, gli investimenti importanti dei trust della discografia rimasti in campo. Con tenacia e determinazione i Corvida hanno affilato le loro armi e si sono fatti notare live scegliendo di fare un numero limitato di date, ma ognuna particolarmente significativa. A tale riguardo il 16 marzo suonano come gruppo spalla dei francesi TH DA FREAK allo storico Blah Blah di via Po. Ascoltando sia “Up” che il precedente EP “Turn” – che formano un tutt’uno per l’evidente continuità musicale del progetto – si coglie da un lato l’assimilazione dei modelli stranieri, che la versione Corvida degli stessi, ovvero non una semplice rimasticatura ma il tentativo di creare una propria personale Stairway to heaven, la porta d’accesso a tutto quello che la band sta sognando.


Testo di Luca Stra







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