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sabato 2 gennaio 2021

ANTONIO PELLEGRINI RACCONTA "ITALIAN RHAPSODY" E L' AVVENTURA DEI QUEEN IN ITALIA - INTERVISTA DI MAURIZIO CASTAGNA


Il rapporto tra i Queen e l'Italia nel libro di Antonio Pellegrini ripubblicato in questi giorni in versione aggiornata da Officina di Hank. Ne abbiamo parlato con l'autore.


Ciao Antonio, grazie per la tua disponibilità. Parliamo di "Italian Rhapsody", il tuo libro pubblicato lo scorso anno per Officina di Hank e appena uscito con una nuova ristampa. Presumo che tu sia un grande fan dei Queen per cui la prima domanda che volevo porti è da dove nasce questo amore e quando è scoccata la scintilla per lavorare a questo progetto.
Ciao Maurizio, grazie a voi per l'invito a parlare della musica dei Queen, è un piacere! "Italian Rhapsody" è uscito nel maggio 2019 per Chinaski srl, esaurita la prima tiratura e la prima ristampa, il libro viene ora ripubblicato per Officina di Hank, il nuovo marchio lanciato nel 2020 da Chinaski. Sono nato nel '76, ho conosciuto i Queen nella seconda metà degli anni '80 e ne sono diventato davvero fan solo nel '91, con la morte di Mercury. In un certo senso, è qualcosa di traumatico diventare fan di una band il giorno dopo in cui muore il suo frontman, perché non potrai mai farne un'esperienza diretta. Così, durante la mia adolescenza, ho fatto un percorso "all'indietro" per scoprire di tutto e di più sui Queen. Rimaneva però un grande limite... Il fatto di non essere stato adulto negli anni '70 per vivere la loro storia a pieno... Dopo aver nel 2016 pubblicato il libro "The Who e Roger Daltrey in Italia" (Chinaski Edizioni), che racconta i concerti italiani degli Who, ho iniziato a pensare di poter applicare quell'idea anche alla band del cuore della mia adolescenza, i Queen. E' stato molto importante l'aiuto della Community QueenItalia (www.queenitalia.it), che ha supportato con entusiasmo questo lavoro e ha fornito prezioso materiale.

Come si struttura il libro? Cosa hai deciso di raccontare dei Queen in Italia?
In realtà, sebbene il punto di partenza sia simile, il lavoro fatto per i Queen è metodologicamente molto diverso da quello realizzato per gli Who. Mentre per la band di Townshend ho raccontato "solo" i concerti italiani, per i Queen l'ottica è stata molto più ampia. Ho ricostruito tutta la storia dei Queen, partendo dagli esordi, raccontandola dal punto di vista del fan italiano dell’epoca, che scopriva i dischi della band man mano che uscivano, e leggeva le prime recensioni e i reportage dei concerti a Londra o in giro per il mondo sulle riviste nostrane di allora, come ad esempio “Ciao 2001”, per poi – almeno i più intraprendenti – recarsi fuori dall’Italia per assistere ai live della band nei paesi confinanti. Mi sono concentrato molto sul 1984, che nel libro definisco “l’anno d’oro dei Queen in Italia”, con le uniche apparizioni dei Queen con Freddie nel nostro Paese: due esibizioni a Sanremo e altrettanti concerti a Milano. Il libro prosegue fino ai giorni nostri. Ma la maggior parte del lavoro riguarda la storia dei Queen con Freddie: gli unici e veri Queen.
 
Della loro esibizione a Sanremo nel 1984 ricordiamo "Radio Ga Ga" cantata in playback dietro la grande insegna Totip. I Queen erano consapevoli di quello che li aspettava sul palco dell'Ariston?
Certamente. E' chiaro che, da una parte, per una band nota per le proprie immense qualità live era molto riduttivo esibirsi in playback. Allo stesso tempo, dobbiamo pensare che Sanremo era una vetrina pazzesca per il singolo "Radio Ga Ga": le dirette tv di Raiuno della kermesse, quell'anno sono viste da circa 30 milioni di persone in tutta Europa. Personalmente, trovo anche molto divertente l'ostentazione del mancato utilizzo del microfono da parte di Freddie. Da grande showman quale era, rende quella mancanza un qualcosa di interessante, nel suo giocare con esso ed allontanarlo per rivelare platealmente il playback. A dirla tutta, Sanremo per i Queen non è solo il playback: c'è una conferenza stampa, che è quasi uno show primo dello show, ricostruita nei minimi dettagli nel libro. E poi c'è una lite furibonda tra i Queen nel backsatge... insomma i due video in playback sono solo la punta dell'iceberg.


Nello stesso anno suonarono due concerti al palasport di Milano. Non credo che tu fossi presente per ragioni anagrafiche ma hai testimonianza di quelle date?
Avevo solo 8 anni, sarebbe stato bello ma non c'ero. Per recuperare la mia lacuna anagrafica, ho intervistato diversi fan presenti, che mi hanno raccontato un sacco di cose interessanti. La cosa più importante da dire è che i concerti dei Queen a Milano 1984 furono molto belli, con una scenografia imponente (come quella che vedete nel video di "Hammer To Fall"), una scaletta che affrontava tutta la storia della band, e con un Freddie in forma. Purtroppo l'affluenza fu circa del 50%: una cosa impensabile oggi per un concerto del genere. Nel libro, dopo aver ricostruito entrambi i concerti, riporto le testimonianze dei fan presenti, le interviste dei Queen alle nostre tv, le uscite sulla stampa di quei giorni e i ricordi dei promoter e addetti ai lavori.
 
In Italia spesso la componente politica serve a dare "spessore" a un gruppo. Che rapporto avevano i Queen con la politica e il fatto comunque di non essere apertamente schierati "da una parte o dall'altra" li ha in qualche modo penalizzati nel nostro paese?
I Queen non erano una band politicamente schierata. Hanno avuto tra l'altro una grana non da poco, collegata al loro voler essere "band per tutti", quando si esibirono nel Sud Africa dell'apartheid nel 1984. Loro non erano certo a favore della segregazione razziale, ma non hanno avuto la sensibilità di capire la totale inopportunità di una scelta del genere. Ci sono voluti parecchi anni per recuperare su quell'errore di gioventù. Vendendo in particolare al nostro Paese, tutte le band straniere sono state penalizzate negli anni '70, per quanto riguarda la possibilità di fare concerti in Italia. Le tensioni politiche, il terrorismo, gli anni di piombo e la presenza degli autoriduttori (coloro i quali ritenevano che "la musica è di tutti e il biglietto non si paga"), hanno tenuto lontane le grandi band straniere per la maggior parte della decade.
 
Inevitabile chiederti cosa ne pensi dei tour portati avanti nel corso degli anni con Paul Rodgers e Adam Lambert al posto di Freddie. C'era davvero la voglia di portare avanti un progetto anche senza il proprio leader storico o ha prevalso la necessità di non fermare una potente macchina da soldi?
Questa domanda tocca un nervo scoperto per i fan dei Queen: c'è una netta divisione tra chi apprezza queste reunion e chi le detesta. Per risponderti devo dividermi in due, scindere lo scrittore dal fan. Come fan apprezzo Paul Rodgers perché è un cantante rock blues pazzesco, che poco c'entrava in effetti coi Queen, ma che ha con loro realizzato alcune cose che personalmente apprezzo. Penso alle tournée del 2005 e 2008 e all'album "The Cosmos Rocks" che a me piace. Adam Lambert, bravissimo, niente da dire, non mi procura le stesse emozioni di Freddie. Nonostante ciò, ritengo che Brian e Roger facciano bene a continuare a portare la musica dei Queen in tour perché, così, tanti ragazzi di oggi possono scoprire quella musica. La risposta relativa a "Italian Rhapsody": ho dato nel libro rilevanza molto maggiore ai Queen con Freddie perché sono "i veri Queen", ma ho riassunto anche la storia post Freddie perché desideravo che l'opera fosse completa. Per quanto riguarda i soldi: non ne hanno bisogno. Secondo me è più una questione di voler essere quello che sono stati, fino alla fine. Da musicista, li capisco. Quale musicista non vorrebbe morire sul palco?



Da fan quale album dei Queen preferisci e perchè? Se potessi idealmente essere presente in un momento preciso della loro storia dove ti collocheresti?
Il mio album preferito direi che è "The Game", ma mi piacciono molto anche "Innuendo" e "The Miracle". Ad ogni modo la cosa che più amo dei Queen sono i live: quando vedo i dvd '81-'82 ritorno all'amore immenso per la band che avevo da adolescente. Vorrei essere stato presente a Milton Keynes '82, un live da paura!

Scrivendo il libro hai raccolto qualche aneddoto particolare che ti è rimasto impresso?
Sono tantissimi, ma ora me ne viene in mente uno che mi fa sempre ridere ogni volta che ci penso e non c'entra niente con l'Italia, ma è citato nel libro... riguarda gli show in Sud America nel 1981. A Puebla, in Messico, le persone vengono perquisite prima di entrare nel luogo del concerto e, a chi le ha, vengono confiscate le pile, dando l’idea di voler evitare che la gente registri la performance con apparecchiature amatoriali. Peccato che, subito dopo i controlli, ci sia uno stand della polizia che rivende le stesse batterie a prezzi esorbitanti. Il pubblico è infuriato e tira scarpe sul palco. Un Freddie, stufo ed esasperato ammonisce così i fan: “Non ho mai visto così tante scarpe su un palco! Sembra di essere dal ca##o di Chelsea Cobbler!” Che è un marchio di scarpe da uomo di Londra... Pensare a Freddie, con la sua eleganza innata, oggetto del tiro di scarpe, è una roba delirante...

Il mito di Freddie è stato rinverdito dal film "Bohemian Rhapsody". Cosa ne pensi del film?
Altra domanda che divide i fan. Il mio pensiero è questo: sicuramente nel film ci sono tanti errori storici (come giustamente dice chi non lo ama), ma non è un documentario, è un film. Il suo scopo - ed il suo merito - è quello di trasmettere la musica e il mito dei Queen alle generazioni successive. Pazienza per gli errori.

Antonio, grazie per la tua attenzione, so che oltre a scrivere libri ti occupi di musica anche attraveso blog e riviste. Dove possiamo leggerti?
Grazie a voi. Collaboro regolarmente con la webzine Mat2020, il blog de l'Officina di Hank, e occasionalmente con varie altre realtà cartacee e web. Il mio mondo artistico-musicale si divide fra la scrittura di libri e articoli dedicati ai grandi della musica, le mie canzoni e il teatro. Questa è la mia casa nel web per chi vuole saperne di più: www.antoniopellegrini.blog 

Per chiudere come possiamo acquistare "Italian Rhapsody" e interagire con te?
"Italian Rhapsody" è disponibile in libreria e sugli store digitali, per saperne di più potete consultare il link ufficiale sul sito di Officina di Hank: https://officinadihank.com/prodotto/italian-rhapsody-lavventura-dei-queen-in-italia/ e la pagina facebook ufficiale del libro "Italian Rhapsody". Per interagire con me, potete scrivermi alla pagina facebook del libro, oppure entrare nel gruppo facebook che ne è naturale estensione:  si chiama "Queen in Italia". I Queen sono un mondo di grandi canzoni e incredibili performance live, per chi li conosce superficialmente vale la pena approfondire!

Antonio Pellegrini

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