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giovedì 31 dicembre 2020

10 DISCHI DEL 2020 PER MAURIZIO CASTAGNA, 10 MOTIVI PER ASCOLTARLI E QUALCHE DIGRESSIONE SULL' ANNO PRIMO DELL'ERA PANDEMICA


"Annus horribilis in decade malefica" cantavano i Csi in "Ko de mondo". Era il 1994, c'erano "Grace" di Jeff Buckley, "Definitely Maybe" degli Oasis e "Parklife" dei Blur, in libreria spiccavano "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" e "Va dove ti porta il cuore", al cinema spopolava il Tarantino di "Pulp Fiction" e in Parlamento Berlusconi succedeva a Ciampi. Non c'erano Netflix, Sky, i social, la gente si conosceva nei locali prima che su Tinder e il "grande fratello" era ancora per molti solo un libro da cui era stato tratto un film con la colonna sonora degli Eurythmics. Quella realtà immaginata da Orwell, quella società in guerra permanente, e per questo costretta a sottostare a ogni tipo di controllo e manipolazione, un po' ricorda quella di questi mesi orribili in cui la libertà personale è stata messa fortemente in discussione dalla pandemia. Barricati in casa, chiusi nei nostri 50mq pieni di comodità a 7,99 al mese (ma i primi trenta giorni sono gratis...) da cui si esce solo per comprare i beni di prima necessità (su cui potremmo aprire un dibattito) e per portare fuori il cane o fare la fila alle poste. Niente pranzi, cene, riunioni di famiglia, concerti, partite allo stadio e cazzeggio da pre/post aperitivo. Ogni attività "filtrata" dal web, scuola inclusa. Non ci sono carri armati e eserciti da temere nelle strade: il nemico è invisibile e per questo fa ancora più paura. Come nel romanzo di Orwell ci si affidava al cinegiornale per conoscere le notizie di una guerra "necessaria" e per questo destinata a non finire mai, oggi c'è il meno pomposo bollettino della protezione civile che ci informa sulle nuove dal fronte sanitario. La morte è soprattutto nelle statistiche, la sofferenza è tenuta nascosta e lontana dalla sensibilità delle folle. Non ci sono corpi mutilati o sofferenti nei servizi dei tg a turbare la modalità "no alarms & no surprises" a cui sono abituate le nostre esistenze. Alle masse vengono dati in pasto i numeri su tamponi - malati - deceduti e dirette tv fiume dove si dice tutto e il contrario di tutto, perché la confusione alimenta quella paura che serve a renderci diffidenti, mansueti e a far correre la nostra vita in wi-fi. Arriverà, anzi, pare sia già arrivato, un vaccino per ridarci la speranza almeno di una parvenza di normalità ma non è da escludere che una mutazione ciclica del virus renda questa situazione pandemica la consuetudine per gli anni a venire (ecco la decade malefica citata a inizio pagina). Si rischia di riproporre il concetto di emergenza permanente già studiato sui libri di Orwell e applicato dai vari totalitarismi, di destra o sinistra poco importa, in giro per il mondo. A chi giova tutto questo? Forse ad Amazon, Pfizer, Alibaba, Google, o ai cento altri colossi, non solo economici, che sanno tutto di noi e delle nostre paure? Sono stati loro a creare questo caos globale? Non credo, come non credo ai complottisti in generale, ma sicuramente sanno come cavalcare l'onda e fare i loro interessi che quasi mai, anche in un'epoca senza pandemia, coincidono con i nostri. 


Le nuove rockstar sono i virologi della tv: il professor Galli, Zangrillo, Bassetti, Pregliasco, Capua, Ricciardi, che stanno più in tv che al fronte (e trovano anche il tempo di scrivere dei libri), ma gli eroi sono quelli che stanno nelle corsie di ospedale e che spesso con grande sacrificio devono combattere contro un sistema costruito ad arte per vivere e sopravvivere di sprechi e assenteismo. A chi ogni giorno si tura il naso e fa il suo dovere, non solo in un ospedale e "nonostante tutto", va il mio applauso sincero e la mia stima. 



Musicalmente parlando tutto si è fermato tranne le uscite dei dischi e le, quasi sempre inutili, playlist su Spotify, classico sottofondo per chi nella vita fa "altro" rispetto a lasciarsi andare a un'emozione. Che cosa spinga tanti giovani artisti a mettere in circolo tanta musica (quasi sempre solo) liquida e spesso pagando per farlo, in un momento in cui non si può fare promozione "sul campo", e quindi condannando il frutto del loro lavoro all'oblio (almeno temporaneo) mi sfugge, ma comunque è sempre meglio saperli in uno studio di registrazione che su Tinder e derivati. La crisi dei club. quelli griffati Arci in particolare, mette a rischio una filiera culturale che potrebbe aver bisogno di anni per riprendersi. Se mancano i piccoli locali mancano quelle palestre in cui i musicisti, e non solo, si fanno le ossa e imparano a suonare. Vogliamo che la cultura sia imposta da qualche salotto radical chic romano o milanese?


Per quanto riguarda Riserva Indie, stiamo aspettando che torni la possibilità di poter ospitare artisti in studio per ripartire. Il nostro slogan "la radio è partecipazione" mal si addice a proposte confezionate a casa o peggio ancora a dirette fiume con audio precario sui social. Abbiamo bisogno di "annusare" i nostri ospiti più che vederli su uno schermo. Massimo rispetto per tutti quelli che vanno avanti con altre modalità ma Riserva Indie è un'altra cosa. Buon 2021 vaccinati a tutti. Qui sotto i miei 10 dischi dell'anno in rigoroso ordine sparso. Buon ascolto e buona vita a tutti.


Teho Teardo - Ellipses dans l'harmonie - Luci nel buio
Teho si confronta con una partitura di oltre tre secoli fa ispirata all’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert e la rende meravigliosamente attuale. Ideale colonna sonora per la prossima presa della Bastiglia.



Paolo Benvegnù - Dell'odio Dell'innocenza
"Hai già imparato a correre per non morire
A trovare la luce nelle parole
A bere piano nell'indifferenza generale
A guardare i tramonti, a immaginare
Che tutto quello che vedi non esiste
E che ricordi per dimenticare
Che la tua vita è innocente". 
Bastano le prime strofe de "La nostra vita innocente", canzone di apertura del disco, per dare lo spessore di un disco che rappresenta la bellezza in tutte le sue sfaccettature.


Paolo Spaccamonti e Daniele Brusaschetto - Burnout II
"Cupe vampe" per accompagnare la nostra oscurità quotidiana.



L'Albero - Sotto al Sole
Un atto d'amore ispirato, e soprattutto non copiato, dalla storica scuola cantautorale italiana.


Perturbazione - (Dis)Amore
23 brani di puro pop elegante. "La nuda proprietà" da brividi.




Campos - Latlong
Elettro-Folk con attitudine punk. Pisa incontra ancora Berlino. Finale con ghost track perfetta per un alternative club di Kreuzberg.


Jet Set Roger - Un rigugio per la notte
Roger Rossini si conferma una delle perle meglio nascoste del panorama musicale italiano. Dopo Lovecraft si confronta con Stevenson mantenendo la meravigliosa formula disco - graphic novel.


Gianni Maroccolo - Alone Vol. IV
Quarto volume del "disco perpetuo" di Gianni Maroccolo. Con un carico da undici di amici, tra cui Edda, Umberto Maria Giardini, Teho Teardo, Giorgio Canali, pubblica un concept sulla follia, stimolante e mai banale né scontato dalla prima all'ultima nota. La scena indipendente oggi dovrebbe ripartire da qui. "Ogni luce" con L'Aura da brividi.



Birthh - Whoa
Secondo disco per la poco più che ventenne artista fiorentina. "Whoa" conferma in pieno il talento espresso nel precedente "Born in the Woods". Fine cantautorato indie da esportazione.


King of The Opera
Penalizzato, più di altri, dalla pandemia "Nowhere Blues" sposta in chiave elettronica la ricerca del "blues perfetto" di Alberto. Sette brani di elettroblues sognante.

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