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lunedì 6 aprile 2020

UN OMAGGIO A DAVIDE ROSSI - TOTEN SCHWAN PUBBLICA IL NUOVO DISCO DI JOAN'S DIARY - TESTI DI MAURIZIO CASTAGNA E MARCO VALENTI



Non sono mai stato un amico di Davide Rossi, nel senso che non abbiamo mai avuto un rapporto che andasse oltre le interviste radio, alcuni live condivisi e qualche sana chiacchierata in chat sui massimi sistemi. Ma la mia stima per quello che lui e Marco hanno costruito è qualcosa di enorme. Toten Schwan ha rappresentato e rappresenta quello che non esiste più o vive (forse sarebbe più appropriato dire vegeta) in maniera mondo marginale nel panorama culturale italiano: l'indipendenza. Riserva Indie era nata per dare spazio e soprattutto voce a realtà che portavano avanti il concetto puro e vero dell'essere indipendente (artisti e etichette con proposte e distribuzione lontane dal circuito mainstream) che è tanto distante da quello che oggi orde di ragazzini/e che hanno letto meno libri dei cellulari che hanno cambiato considerano "indipendente". Davide e Marco erano prima amici e fans degli artisti e poi distributori delle loro opere. Erano appassionati che avevano capito da subito che la musica a pagamento non aveva più un senso e che la scena indipendente per sopravvivere avrebbe dovuto prima di tutto difendere gli spazi fisici che aveva occupato (club e centri sociali) più che trovare qualcuno che gli stampasse i cd destinati, nella maggior parte dei casi, ad accumulare polvere nei pochi negozi di dischi ancora esistenti. Perchè Davide e Marco fanno parte di quella razza che è passata dai centri sociali, luoghi che prima di diventare ruderi archeologici per primedonne che si aggrappano sovente ai dj set trash anni 80 per sopravvivere, erano posti con un'identità propria ben definita. Quell'identità che viene dall'alternativa culturale che si propone non dall'urlare "Salvini merda" da un microfono. Quell' identità che ti faceva andare a vedere il concerto di uno sconosciuto "perchè lo facevano in quel posto". E poco importava se quel posto era un fabbricato che cadeva a pezzi. Era il luogo che creava la scena e le persone che erano dentro il luogo a farla vivere. Oggi quella realtà non esiste più. Esistono ancora gli irriducibili come Marco che ancora portano avanti la loro passione per la musica e addirittura si prendono il lusso di proporre una fanzine fisica a pagamento dove dare spazio a musicisti e scrittori quando sarebbe più comodo andare in cerca di facili like su internet condividendo un articolo di Rolling Stone. Sarebbe tutto molto più semplice se cercasse il consenso con una foto vecchia dei Sonic Youth o un ritratto di Kobain, come fanno certi ragazzini di 40 anni e oltre. Ma a questa alternativa da copia e incolla per fortuna c'è ancora chi dice no. Forse questo mondo di troppa forma e poca sostanza non andava più bene a Davide. Forse si arriva a un punto per cui quel tanfo che ritenevi insopportabile ti entra dentro e turarsi il naso come faceva Montanelli non basta più. Forse quel fetore proveniva prima di tutto da quel mondo che a parole ti ha riempito di elogi ma non ha mai mosso veramente un dito per sostenere quello che facevi. Quando la sera tornavo a casa dopo un'intervista con Davide e Marco pensavo che forse, forse, non tutto era finito e che una trasmissione come Riserva indie aveva ancora un senso se raccontava un mondo come quello di Toten Schwan. Oggi Davide non c'è più. Ha deciso di continuare il suo percorso da un'altra parte e non sta a me giudicare le scelte di una persona in un mondo abituato a far prendere le scelte della propria vita dagli altri. C'è chi lascia cose concrete a chi resta e chi bacheche pieni di inutili video destinate all'oblio. A ciascuno il proprio destino.  Testo di Maurizio Castagna


Questo è un tributo alla memoria di DAVIDE ROSSI che nel settembre del duemiladiciannove ha deciso di chiudere il discorso con questa esistenza terrena dandoci appuntamento da qualche altra parte. I brani che compongono questo album sono le bozze di quello che avrebbe potuto essere un qualcosa di nuovo per JOAN'S DIARY e che ho ritrovato in una cartella dimenticata del computer. Li ho ultimati io, cercando di mantenere fede all'approccio di Davide, per quanto mi è stato possibile. Rappresentano uno dei tanti modi che metto in atto per non dimenticarmi di lui e per lenire il dolore ancora vivo per la sua fuga silenziosa. Se li avesse avuti lui tra le mani sarebbero stati sicuramente diversi, probabilmente migliori, ma io non sono e non sarò mai come lui, per cui prendeteli così, come sono usciti. E' un album che non cerca la gloria o il compiacimento, ma che punta solo a tenere vivo il suo ricordo. Testo di Marco Valenti.


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