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lunedì 20 gennaio 2025

#DIAMANTINASCOSTI A CURA DI LUCA STRA - ANIME FRAGILI ED ALTRE STORIE DI LA MARTI


Altro che essere un po’ distratti a guardare un punto lontano, come canta Martina La Marti Magionami nel pezzo forse più pregiato del suo ultimo EP “Anime fragili”, uscito il primo marzo 2024. Qui ci vuole attenzione, concentrazione, ritmo e vitalità. Perché le canzoni di La Marti esigono rispetto e ne portano altrettanto. Partire dall’ascolto del brano “Distratta” viene quasi naturale, spontaneo. Trattasi, infatti, del pezzo più riuscito ed emblematico della sua produzione. L’impressione che lascia scivolare addosso all’ascoltatore è quella di un raggio di sole in una stanza polverosa e quasi mai aperta. Il testo è perfetto nella sua gioiosa semplicità – ad esempio “butto via l’ombrello che questa pioggia estiva non può che rinfrescare” – e porta una sensazione di pace primaverile nel cuore dell’ascoltatore. A livello musicale siamo all’incirca dalle parti di Giorgia ed Elisa, ma con un qualcosa in più, data la voce da soprano della Marti e la buona duttilità che la rende adatta a diversi tipi di groove. Il ritornello è il punto forte, deflagra al momento giusto e resta in mente come tormentone di qualità. Altro pezzo molto riuscito dell’EP è “Tornerà”. Qui le sonorità sono più rock in senso classico, diciamo quasi “nirvaniano”, soprattutto nel ritornello. Ulteriore brano interessante è “L’incantautore”, ossia una critica onesta a tutti quei personaggi dello showbiz musicale per i quali entrare in scena per suonare è la stessa cosa che timbrare il cartellino per entrare in ufficio. L’importante è che il pubblico sia pagante - “Una volta lui mi ha detto/Che si nutre di quel palco/E anche se a volte gli è stretto/Lui giura che non ne è mai stanco”. Gli altri due brani che compongono quello che un tempo si chiamava, se non erro, 45 giri sono l’iniziale “Black Snowflakes”, cantata in inglese che racconta una storia originale di salvezza inaspettata, che si colloca come “spirito” dalle parti di “Black Chandelier” dei Biffy Clyro. Il pezzo conclusivo di “Anime fragili” è “Vorrei fosse il mio nome”, dedicato ad uno scrittore che dipinge le sue Muse e con poche parole crea le loro storie. Come concordato durante l’intervista che La Marti ci ha concesso, essendo, però, “Anime fragili” una sorta di secondo lato di un LP che idealmente comprende anche i pezzi pubblicati sotto il titolo “Loop” il ottobre 2023, passiamo ad un ascolto altrettanto attento di quest’ultimo. Qui spicca subito il brano di apertura, in cui Martina La Marti Magionami canta del proprio rifiutare la realtà di oggi per come ci aggredisce con insensata rozzezza. Musicalmente è, forse, tra le tracce più “acchiappone” della produzione discografica della cantautrice fiorentina. Il refrain, infatti, attira la curiosità e attenzione di un gruppo molto eterogeneo di persone, dai ragazzini che non ti aspetteresti che ascoltino questa musica ai genitori che, non visti, muovono il piede a tempo. La traccia 3, “Selciato rosso” di una ferita indelebile, ossia un fugace scoprirsi delle ferite che, come tutti, anche Martina La Marti porta dentro di sé.



Decisamente riuscita anche la conclusiva “Sigaretta”, nel testo una specie di versione italiana con un testo migliore di “You oughta know” della Morisette: “Sigaretta/Che ora giace al suolo inerme/Abbandonato/Sento l’asfalto che mi abbraccia/come quando tu mi tenevi fra le dita”. Volendo dare una valutazione complessiva del primo non-ancora-album de La Marti direi che merita sicuramente un ascolto attento. Come detto, il pezzo “Distratta”, se potesse godere di una adeguata promozione, potrebbe consentire alla cantautrice fiorentina il salto di qualità. Insomma, due buoni EP gemelli diversi.



VOTO 7/8 – CONSIGLIATO A CHI ASCOLTA: ELISA, NIRVANA, GIORGIO CANALI,
GIORGIA


 

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