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venerdì 15 dicembre 2023

10 PICCOLI "INDIANI" NEL 2023 - I DISCHI DELL' ANNO SELEZIONATI DA RISERVA INDIE - ECCO LE SCELTE DI LJUBO UNGHERELLI


Come sempre a fine anno, inevitabili come il discorso del presidente Mattarella e gli auguri stile "catena di montaggio" su Wapp, ecco le liste di fine stagione con gli ascolti del 2023 per amici, collaboratori, staff di Riserva Indie. Ecco i dieci dischi selezionati, tutti rigorosamente dal panorama italiano, e dieci tweet di giustificazione, per Ljubo Ungherelli, collaboratore storico di Riserva Indie e più grande scrittore vivente.


MONIQUE MIZRAHI “CHARANGO SUITE – WATER HOLDS MELODIES”
In totale abiura della precedente vita artistica, guardando a un immaginario orizzonte tra Ande e Scandinavia: comunque impossibile non amare Loro. #facciol’accentosvedese?


PAOLO BENVEGNÙ “SOLO FIORI”
Al netto dello spaventevolmente sanremese singolo apripista, il nuovo EP mostra intonsa la classe del miglior autore italiano. #solooperedibene


THE DEVILS “LIVE AT MAXIMUM FESTIVAL”
In attesa dell’imminente quarto lavoro di studio, una registrazione concertistica ostentante l’infernale live set del duo. #lamessanonèfinita



PERSIAN PELICAN “GOODBYE DREAMERS”
Il pellicano marchigiano torna a dispensare con leggiadria il suo pregevole alt pop. #princeofpersian


ORLANDO BARONCELLI/MAHABANDA “RESISTENTE!”
Raccolta di canzoni e storie sulla Resistenza… e sui campioni della Fiorentina. #oraesempreforzaviola


KARMA “K3”
Catalogare alla voce: come risultare credibili e al passo coi tempi pur sfornando il primo disco di inediti dal 1996. #uncolpoalcerchioeunoallabotte


CAPUTO “HABITAT”
Dal folk nordamericano all’elettronica britannica per arrivare a qualcos’altro, col minimo comun denominatore dei talenti dell’autrice. #habitatitaliano


SCREAMIN’ DEMONS “THE NEW ERA”
Un ottimo power metal distante da quanto proposto da tre dei component del gruppo all’epoca in cui erano assoldati dal negromante vegano. #heavymetalscreamindemons


OMAR PEDRINI “SOSPESO”
Sa ancora graffiare il rock del carismatico e immarcescibile guerriero. #cuorematto



RATS “DOVE SEI MODENA SUD?”
Live celebrativo da ascoltare anche solo per apprezzare i vecchi pezzi in una veste meno appannata dalla scialba produzione dei dischi di studio. #devivinceredevivincere


Ljubo Ungherelli nasce a Firenze nel 1979. Nel 1995 decide di diventare scrittore. Negli anni successivi, i primi esperimenti: la raccolta "Scritti post vitam" (1996) e il pamphlet "Luoghi non comuni" (2000). All'inizio del terzo millennio, la svolta: crea il genere letterario denominato "periferia esistenziale", caratterizzato da una prosa intrisa di tormenti interiori, angosciose lotte contro i fantasmi del passato, desolazione dell'animo e degli scenari suburbani, ma solcata da una vena surreale e talvolta demenziale che stempera il lancinante "Scream of consciousness" dei personaggi. Del novembre 2001 è il romanzo "Focolaio del treno", cui fanno seguito la raccolta "Cacciatori di betoniere" e i romanzi "Quarto foglio protocollo" e "GT {Galvanoterapia}" (luglio, ottobre e dicembre 2002). Il mondo editoriale fa orecchie da mercante, tanto da indurre il non ancora ventiquattrenne scrittore alla resa. 2004: ripresa delle attività. Vedono la luce otto romanzi: "Dall'altro verso il baratro", "Posta da filmare" (febbraio e ottobre 2004), "I fuoriquota - Di nuovo verso il baratro" (2005), "Conversione da coin-op", "Galvanoterapia" (febbraio e settembre 2006), "Benvenuti nella chiesa del rumore", "Figure gemellari verso l'altro" (gennaio e maggio 2007) e "Ali bye bye" (2008) sono lavori originali che spaziano sulle più svariate coordinate, toccando vette di eccellenza. Il mondo editoriale persevera a sbattere la porta in faccia a colui che non esita a definirsi "più grande scrittore vivente". 2011: su questo sito vengono ristampate le opere del periodo 2001-2008, liberamente scaricabili. 2012: dopo quattro anni di silenzio, il ritorno. Nove i romanzi pubblicati in questa nuova fase: "Posta da far male", "Galvanoterapia in quattro quarti" (settembre e dicembre 2012), "bombe al nepal missili all'india", "Funzione linguistica avanzata" (aprile e ottobre 2013), "La morte è come sempre" (2014), "Ieri eravamo vivi" (2015), "Ultimo tour sulla Luna" (2016), "Galvanoterapia cinque contro uno" (2017) e "Doris Blessing" (2018). Il distacco dalle tematiche proprie della periferia esistenziale è drastico. Le opere degli anni Dieci sono viceversa all'insegna di un "caleidoscopio dell'assurdo" che accentua la volontà di evoluzione in un percorso artistico che non conosce cedimenti né passi indietro. A ulteriore riprova, sul finire del decennio viene inaugurato il ciclo dei "romanzi di frattura", con la pubblicazione di "L'urto del gomito" (2019), "Abbracciare la saracinesca", "Galvanoterapia sei sei sei" (gennaio e giugno 2020) e "Rambo apocalisse" (2021).











 

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