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mercoledì 7 settembre 2022

IL MONDO PRIMA - DIEGO SANLAZZARO RACCONTA ANNI DI CONCERTI, DANCING E RADIO LIBERE - RECENSIONE DI MAURIZIO CASTAGNA


La frase più bella, quella che sintetizza al meglio, facendo scorrere anche qualche brivido addosso, l'incredibile mole di lavoro racchiusa nel nuovo libro di Diego Sanlazzaro è quella citata di Dario Vergassola nell'introduzione e riportata nella fascetta in copertina : "Quel mondo fatto di rock, chitarre elettriche, festival pop, radio libere con strani deejay, cineforum con tre spettatori in croce, discoteche e locali alternativi con serate di jazz, folk e cantautori allo sbaraglio adesso lo trovate qui, in queste pagine. A pensarci bene quello che ci sembrava niente, era in realtà tanta roba..". Si, perchè in "Anni di concerti, dancing e radio libere. Dalle balere ai club rock, performance, avanguardie e culture altre tra La Spezia e Versilia (1950-2000)" c'è mezzo secolo di vita vissuta, non solo alternativa, in quel fazzoletto di terra tra Toscana e Liguria che oggi vive sovente di ricordi di quegli anni che a posteriori possiamo definire mutuando Mario Capanna "formidabili". Fa impressione ripercorrere i concerti, i locali storici (quanta nostalgia per Baraonda, Tagomago, Juxe Tap, Cicabum e Superficie, giusto per citare qualche nome), le tante radio locali che riempivano l'etere (vi ricordate Radio Attiva?) e che avevano la loro forza nella diversità della proposta e soprattutto nell'imperfezione della conduzione che era garanzia di spontaneità. Anni irripetibili di mondanità alla Capannina di Franceschi e di festival rock, uno per tutti quello del Piper 2000 a Viareggio nel 1972 con Genesis, Banco, Trip, Van Der Graaf Generator e tanti altri. E poi le centinaia di club aperti e chiusi nel giro di poco tempo, meteore che insieme rendevano quella scena tanto importante per le ossa delle band locali e non. Ogni pagina è un tuffo nella memoria e mi chiedo se tra vent'anni una raccolta simile sarebbe possibile volendo prendere in esame solo gli anni zero.. Difficile non lasciarsi andare a centinaia di ricordi, concerti, ascolti, personaggi che nascevano e morivano sulla strada invece che sopravvivere sul web. Erano anni di pacche sulle spalle, di sorrisi e di pogo, di fanzine e centri sociali autogestiti (senza il dj set anni 80 a chiudere la serata..) di storie che nascevano su una pista da ballo e non su Tinder e di una politica in cui credevamo di sapere con certezza chi erano i buoni e i cattivi. C'era la voglia e il sogno di cambiare il mondo ben prima che internet cambiasse tutti e ci rinchiudesse in casa.  So che sono anni che non torneranno più e ho avuto la fortuna di viverli. Grazie Diego per averci ricordato quanto era bello.


Diego a Riserva Indie durante la presentazione del suo precedente libro "Rock, ribelli e avanguardie".



 

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