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martedì 21 giugno 2022

PERCHE' A FIRENZE ROCKS CI VUOLE ORECCHIO (E LA BATTERIA DEL CELLULARE CARICA) - CRONACA DI UN FESTIVAL IN ITALIA NELL'ERA DEI SOCIAL - TESTO DI LJUBO UNGHERELLI


Che figata che è il Firenze Rocks. A un evento di questa portata è obbligatorio presenziare e fare una valanga di autoscatti e di video scadenti ai maxischermi da condividere con quei tre–quattro morti di figa che ancora bazzicano Instagram e Facebook. Ho immortalato le mie imprese anche su Tik Tok ma lì il Rocks non è molto in voga, non lo so perché. Uno degli autoscatti che mi sono venuti meglio l’ho fatto con noi per terra, di spalle al palco, e dietro in lontananza si vede una di quelle torri giganti che non ho mai capito a cosa servono. 


Tutto fantastico ed efficiente, non stateli a sentire quei soliti lamentoni che dicono che i prezzi sono troppo alti e addirittura contestano che l’audio non era buono sin da quando hanno iniziato a suonare i Blind Monkeys che nonostante il nome cantavano e parlavano in italiano. Io in quel momento ero nello spiazzo davanti ai bagni chimici a fare una diretta e delle storie su Instagram quindi lo so bene. Come se chiunque non avesse orecchio per giudicare da sé e minimizzare queste critiche assurde a un evento super. Io ce l’ho, sicché non devo neppure chiamare in causa l’insigne professor Fausto Orecchio affinché corrobori la mia opinione. Chi fa questi discorsi sarebbe bene che rimanesse a casa a guardarsi i concerti in streaming. Certo, li guardo sempre anch’io, però una volta l’anno quando c’è il Firenze Rocks ci vado per forza perché è un must. Ho sentito di gente assurda che era venuta apposta solo per vedere Jerry Cantrell, e ha avuto da ridire perché appunto anche lì i suoni facevano pietà, e poi il suo concerto è durato poco dato che subito dopo ci siamo potuti scatenare grazie a un intermezzo coi controfiocchi curato da quelli di Virgin Radio.


Ma ringrazia piuttosto chi ha invitato lui e tantissimi altri grandi gruppi che c’invidiano in tutti i festival del mondo e forse addirittura europei. Infatti uno dei video con più visualizzazioni e reazioni tra tutti quelli che ho condiviso sui social è stata proprio l’apoteosi del pubblico in delirio che aizzava il tipo di Virgin Radio mentre venivano pompate le loro canzoni più famose. Questo è il vero spirito del rock.



Davvero non c’è stato un singolo momento in tutta la giornata dove il livello dell’adrenalina è un minimo scemato. Giacché ho testimoniato tutto quanto con foto e video a manetta potete giudicare da soli. Se al contrario qualcuno obietta, per esempio che i Greta Van Fleet sono dei cloni dei Led Zeppelin senz’arte né parte, non date retta. Noi avevamo spaparanzato il megatelo stile spiaggia in posizione tattica vicino al baracchino delle bevute e tra una storia da aggiornare su Instagram e un commento sagace su Facebook di sicuro l’avremmo capito se davvero erano di questa presunta pochezza e chiaramente chi li accusa di copiare i Led Zeppelin, a parte che non mi sembra che ci somiglino più di tanto, ma comunque o è in malafede o non si rende conto che le note sono sette e dopo anni e decenni di storia del rock bisogna pur prendere ispirazione da qualcuno. E poi i Metallica, come fai a non entusiasmarti quando sui maxischermi appare la storia della musica rock, e forse anche metal? Avere un telefono performante con la batteria che non si scarica dopo mezzora è fondamentale in questi casi per riuscire a cogliere la maestria delle esecuzioni e tramandarla ai posteri sottoforma di brevi spezzoni video che mandano in visibilio i follower. Quando vengono suonate pietre miliari heavy metal del calibro di “Nothing else matters” è come una chiamata alle armi, bisogna rispondere presente, mica disertare. Tra i video che ho fatto, quello che rivedo più volentieri è il coro di tutti noi che intoniamo a pieni polmoni le parole della canzone, sempre di spalle al palco così oltre alle nostre facce cariche di emozione e gioia si vede pure, e abbastanza a fuoco, un pezzo del maxischermo dove suonano i Metallica. Se girassero un film epico ispirato al Firenze Rocks, questa meriterebbe d’essere la scena madre. I bilanci trionfali che vengono stilati al termine di questa fighissima kermesse sono pienamente meritati. Potrebbero già mettere in vendita i biglietti per l’edizione 2023 senza annunziare nemmeno un gruppo e avrebbero già il tutto esaurito servito in tavola. Io di sicuro non mi farei sfuggire l’occasione di rivivere giornate così dense e spettacolari.
Grazie di esistere Firenze Rocks.





 

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