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sabato 2 marzo 2024

EROI DI UN MONDO CHE NON C'È PIÙ - GLI HEROES DEL SILENCIO IN "SILENCE AND ROCK'N'ROLL" SU NETFLIX - TESTO DI MAURIZIO CASTAGNA


Non c'è solo la storia di una band in questo film documentario disponibile su Netflix, ma lo spaccato di un'epoca che probabilmente non tornerà mai più o, se succederà, lo farà ma con modalità e mezzi diversi. La parabola degli Heroes del Silencio parte non da Madrid o Barcellona ma da Saragozza, piccola città dell'Aragona, e ricorda quella di tante band italiane che muovevano i primi passi non a Milano o Roma ma a Bologna, Firenze o Catania. In questo film c'è tutto il fervore della fine degli anni '80 e soprattutto quella scena musicale alternativa che dall'Italia, all'Inghilterra e alla Spagna, declinava gli stessi suoni pur usando lingue diverse. Ci sono i festival nei centri sociali, i banchetti con le fanzine e le cassette, i punk e i dark e Mtv che faceva da cassa di risonanza a tutto questo. C'è soprattutto, e questo esce nella prima parte del film, la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa che potesse dare un'identità condivisa sia a chi viveva nella grande città e vedeva succedere le cose, sia a quelli che dalla provincia quelle cose potevano solo sognarle. C'è la nascita di un gruppo, che può piacere o meno, ma che ha una storia fatta di sacrificio, strada e dedizione: le tre cose che spesso mancano al 90% delle band che sono in circolazione oggi... ma questa è un'altra storia.



C'è quel percorso che parte dai concerti nelle cantine ai primi passaggi radiofonici ("Sentire per la prima volta un nostro pezzo passare in radio è ancora oggi una delle più grandi emozioni della mia vita" dice Juan, il chitarrista), all'incontro con i talent scout e tutte quelle figure intermedie che orbitavano nel passaggio dal piccolo club alla stanza in cui si firma un contratto con una major: quel "mondo di mezzo" che prendeva un gruppo e lo metteva nelle condizioni migliori per proporsi e, perché no, vendere, magari anche cambiando la copertina "troppo scura" del loro singolo che poco metteva in evidenza i componenti della band nei loro meravigliosi e unici 24 anni. Ci sono i produttori eccellenti come Phil Manzanera e Bob Ezrin ("Quando suoni per uno che ha prodotto i Pink Floyd ti chiedi se sarai all'altezza di farlo" dice Pedro). E poi c'è poi il successo planetario di un singolo come "Entre Dos Tierras" che li fa entrare nelle classifiche di tutto il mondo e che dà il via a un tour mondiale (in Italia arriveranno anche al Festivalbar e verrano ribattezzati i "Litfiba spagnoli"), e che sarà l'inizio della fine, soprattutto dopo la tragica morte di Martin, il loro storico tour manager, e personaggio di riferimento per tutta la band. Il film termina con la reunion, avvenuta nel 2007, e con le immagini dell'ultimo concerto a Valencia davanti a 80mila persone. "Ho sempre sognato di suonare in uno stadio, di avere una passerella come gli Stones. Finire un lavoro bene è meglio che farlo per sempre", dice ancora Juan. In novanta minuti di "Hèroes: Silencio y Rock'n'Roll" c'è la storia di una generazione che ha potuto vivere un sogno attraverso gli occhi di una scena e del suo circuito, radio, promoter, tour, etichette, locali, che alimentava sé stesso con la forza della musica e dei soldi che mobilitava. Oggi abbiamo tutta la musica del mondo nel nostro smartphone a soli 9,99 al mese, ma ci mancano i sogni, la strada e quelle storie che negli anni '90 potevano portare un gruppo da un angolo sconosciuto della Spagna alla conquista del mondo. E siamo tutti più poveri anche per questo.




 

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