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domenica 5 gennaio 2020

10 DISCHI DI MAURIZIO CASTAGNA (E QUALCHE RIFLESSIONE) SULL'ANNO CHE E' STATO E QUELLO CHE VERRA' - #PLAYFORAYEAR2019


Impossibile sottrarsi alla classica "lista" di fine stagione in cui dare ordine agli ascolti preferiti nell'anno appena trascorso, ovviamente in rigoroso ordine casuale. 365 giorni in cui continuare a chiedersi se ancora ha un senso dedicare tempo e energie a presentare dischi, promuovere concerti, preparare interviste per un manipolo di potenziali ascoltatori. La verità è che per noi "malati di musica", alla perenne ricerca dell'emozione perfetta sotto forma di album (le playlist di spotify ancora ci fanno turare il naso), piace ancora pensare che difendere uno spazio fisico in cui promuovere cultura sia qualcosa di importante, specie oggi che le barriere via etere sono definitivamente abbattute e con lo streaming arrivi anche nel più sperduto quartiere alla fine del mondo. Uno spazio fuori dal "sistema", fuori dalla ricerca facile del consenso sui social, fuori dai ritmi dettati dalle interruzioni pubblicitarie e da certi salotti, tipo quelli radical chic di una certa conventicola romana, ben raccontata dal maestro Sorrentino, in cui esisti solo se sei amico di, moglie di, parente di.. Uno spazio, sottoforma di studio radiofonico, in cui far convivere il gruppo metal, con l'ennesimo cantautore della scuola di Guccini, il cantante punk con lo sperimentatore, la trap con l'ambient. Uno spazio in cui ognuno abbia la possibilità di raccontare di sè e della propria arte, o presunta tale, senza che la sua voce sia filtrata da un telefono. Perchè è il contatto umano, la presenza fisica, che resta il marchio di fabbrica di Riserva Indie, in un contesto dove partecipare a una trasmissione per molti vuol dire alzare la cornetta dal salotto di casa poco dopo la fine di un brano per contribuire, inconsapevolmente e solamente, ad aumentare l'ego del conduttore di turno intento ad alimentare la sua smania di protagonismo sulla bacheca di instagram. Il panorama resta poco incoraggiante: la musica continua sempre più ad essere ascoltata in modalità liquida e sempre più a diventare il sottofondo per fare altro. Viviamo un cambiamento epocale negli usi e costumi della fruizione di un disco che ancora dobbiamo capire dove ci porterà: ma non è detto che domani sia peggio di oggi. Restiamo il paese delle piazze piene, ma con contestazioni calendarizzate da ritmi scolastici (anche la rivoluzione ha bisogno dei suoi ponti..) e dei compagni che non battono ciglio per avere uno di Amazon che gli recapita un libro la Domenica mattina (ma non erano contro la globalizzazione?). L'orchestra suona, mentre il Titanic affonda, ma comunque restano i soldi di mamma e papà. Sempre che non arrivi il cattivo di turno dalla Germania a chiudere anche quei rubinetti. Auguri di buon 2020 e restiamo umani.


Ecco i miei 10 ascolti dell'anno. Ci sono le sperimentazioni sonore estreme di ?Alos e Xabier Iriondo e quelle dal volto umano di Paolo Spaccamonti e Alessandro Cortini, un disco meraviglioso, purtroppo passato quasi sotto traccia, come "The unreal McCoy" dei sempreverdi (e grandi) Virginiana Miller, lo strepitoso progetto The Winstons con il trio delle meraviglie Dell'Era- Gabrielli- Gitto, le avventure chitarristiche del debutto di Maurizio Curadi, il ritorno della musica d'autore di Ettore Giuradei, l'indie rock applicato al calcio dei fiorentini Sex Pizzul e il caleidoscopio di suoni dei livornesi Jackie-O' Farm. Menzione a parte per La Rappresentate di Lista: Il loro disco uscì a fine 2018, troppo tardi per essere ascoltato a dovere e inserito negli ascolti di quell'anno. Grazie a loro e a tutti quelli che con la loro arte rendono migliore la vita di tutti.

?Alos-Xabier Iriondo "Coscienza di sè" 

The Jackie-O's Farm - Late night Shower

The Winstons - Smith

Maurizio Curadi - Phonorama

La rappresentante di Lista - Go Go Diva

Ettore Giuradei - Lucertola

Sex Pizzul - Anticalcio

Alessandro Cortini - Volume Massimo

Virginiana Miller - The Unreal McCoy

Paolo Spaccamonti - Volume Quattro


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