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giovedì 15 novembre 2018

SOCIAL NETWORK E NUOVI FASCISMI NELL'ERA DEL 2.0 // ECCO UN ESTRATTO DAL NUOVO LIBRO DI LEONARDO PIERRI


Ecco un estratto da "Social Fascismo nazionale", il nuovo libro di Leonardo Pierri (già a Riserva Indie con I Carnival e La Clinica Dischi) disponibile in digitale cliccando qui. Il libro è un piccolo saggio sui "nuovi fascismi" dell'era digitale e sulle loro possibili soluzioni.


IL mondo dei Social Network ha consentito a
chiunque di poter esprimere ed esternare pensieri
ed idee di ogni sorta e tipologia.
In un momento di prosperità economia questo
meccanismo, questa libertà, può fungere da
propellente per lo sviluppo di nuove idee e per
l'avviamento di processi di evoluzione del pensiero.
Ma cosa accade quando le contingenze ci
costringono a fare i conti con la povertà, con la
precarietà, con un modello di società che si sgretola
sotto i nostri piedi e che sentiamo non appartenerci più?
Possono i social network fungere da canali di sfogo
per la rabbia repressa della popolazione?
Tutto sembra confermare la possibilità, alla luce dei
fatti, che l'assenza di una autorità in grado di
regolare in modo intransigente le attività degli
utenti sulle piattaforme social porti inevitabilmente
all'abbattimento di parametri di buon senso che a
fatica le generazioni passate costruirono, in taluni
casi pagando con la vita.
Immaginate un mondo in cui tutti, nessuno escluso,
vaghino per le strade ad esternare il proprio
pensiero senza più freni o limiti.
Ecco come funzionano i social network.
Avete mai visto qualcuno girare per la strada con in
fronte appeso un cartellone su cui scrivere il proprio
pensiero? Beh, in questo caso si, l'avrete visto, e l'avrete
sicuramente considerato non proprio mentalmente
lucido, vero? E allora perché se questo accade su una piattaforma
come Facebook risulta ai nostri occhi tollerabile?
Semplicemente perché questo modo virtuale di
vivere la vita ci dona la possibilità di farlo senza
porci limiti perché è come se non fossimo poi noi,
individui in carne ed ossa, a rispondere dei nostri
pensieri e delle nostre azioni.
Le condizioni economiche e soci
Avete mai visto qualcuno vagare per strada
sbraitando qualunque pensiero gli passi per la testa?
Beh, in questo caso si, l'avrete visto, e l'avrete
sicuramente considerato non proprio mentalmente
lucido, vero?
E allora perché se questo accade su una piattaforma
come Facebook risulta ai nostri occhi tollerabile?
Semplicemente perché questo modo virtuale di
vivere la vita ci dona la possibilità di farlo senza
porci limiti perché è come se non fossimo poi noi,
individui in carne ed ossa, a rispondere dei nostri
pensieri e delle nostre azioni.
Le condizioni economiche e sociali del nostro paese
non corrispondono esattamente a quello che si
definirebbe un “ottimo stato di salute”, dunque se un
tempo il malcontento diffuso poteva trovare sbocchi
diversi e più equilibrati, sotto forma di dialogo
democratico e rispettoso da un lato e, dall'altro,
tramite sporadiche azioni di natura più o meno
criminosa che però venivano additate come
“anacronistiche” e “esagerate” anche da coloro che
magari intimamente potevano condividerne i
moventi, ad oggi la totale libertà di esprimere odio e
la continua gara alla prevaricazione nei confronti
dell'altro, porta inevitabilmente all'utilizzo di un
linguaggio che di base risulta essere molto più
pericoloso di una singola azione “folle”.

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