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giovedì 15 settembre 2016

#NUOVO MEI 2016 // GIORDANO SANGIORGI PRESENTA IL MEETING DEGLI INDIPENDENTI A FAENZA DAL 23 AL 25 SETTEMBRE 2016



Si svolgerà a Faenza dal 23 al 25 Settembre l'edizione zero del Mei, la più importante manifestazione italiana dedicata alla scena musicale indipendente italiana. Abbiamo parlato con Giordano Sangiorgi, deus ex machina della manifestazione, per fare il punto sull'evento e sullo stato della musica indipendente in Italia.



Ciao Giordano, con grande piacere siamo qui a parlare di una nuova edizione del Mei. Per chi ancora non lo conoscesse: cos'è il Mei?

La più grande piattaforma di incontro da 20 anni per gli operatori della scena indipendente prima ed emergente oggi. Una vetrina della musica del domani che ha permesso ogni anno di vedere in anteprima artisti e band sconosciute oggi al centro della nuova musica del nostro paese. Uno spazio  per il confronto, l’incontro e la costruzione di progetti tra operatori e un grande momento di aggiornamento umano e professionale.

Tra le novità di quest'anno c'è la prima edizione del festival del giornalismo italiano. Quali sono i temi che tratterà questo festival e come è cambiato secondo te il ruolo del giornalista ai tempi di Internet?

Abbiamo ribaltato il concetto tradizionale di festival mettendo al centro i giornalisti, invece di invitarli dopo. Abbiamo lanciato questo primo festival del giornalismo musicale proprio per interrogarci sul futuro della musica in Italia e del giornalismo musicale. La proposta, tra l’altro, ha avuto una grandissima adesione, con oltre 100 giornalisti accreditati ad oggi, segno che se ne sentiva il bisogno da tempo, che abbiamo colto nel segno e che il Mei si conferma al centro dell’innovazione nel format del festival.

Quali sono i riferimenti e le "bussole" con cui scegli i tuoi ascolti? Hai riviste di riferimento o webzine che ti aiutano nella scelta?

Diciamo che le principali riviste cartacee storiche, essendo io del periodo analogico, sono ancora la mia bussola. Ascolto musica italiana, e sto seguendo con attenzione tutte le proposte di artisti emergenti che ci arrivano. E’ in questo modo che trovo le sorprese più belle, anche se vanno cercate e scelte tra mille proposte che ormai arrivano in tutti i modi: via mail, Whatsapp, Facebook e tanti altri canali, oltre a quelli tradizionali fisici. E’ un lavoro enorme, ma che dà tante soddisfazioni perché si ascoltano cose veramente sorprendenti e nuove.

E' cambiato il mondo dei partecipanti al Mei in questi anni? Cosa chiede chi viene alla tre giorni di Faenza oggi rispetto a vent'anni fa?

Sì, si è totalmente rinnovato dal punto di vista generazionale. Questo sancisce la bontà della manifestazione, che ha al suo centro come “mission” valorizzare i talenti emergenti indipendenti e farli ascoltare a un pubblico più giovane, e così dare una base di lancio a chi un giorno potrà rinnovare generazionalmente la musica del nostro paese. Vista la grande attenzione da parte dei giovani, direi che stiamo compiendo la nostra missione, anche se oggi i giovani emergenti si sentono disorientati: non c’è più un mercato musicale per loro, essendo scomparso il mercato del cd, mentre quello online non frutta e occorre una ricerca continua per trovare maggiori risorse e spazi a sostegno di ciò che realizzano. Questo è quello che cercano e noi possiamo creare una piattaforma di incontro per dare voce a queste richieste e interrogare la politica affinché intervenga, come sta avvenendo. MIbact e Siae stanno facendo azioni a favore dei giovani, certamente ancora iniziali ma di grande interesse, mentre se andasse in porto in breve tempo la Legge sulla Musica e sullo Spettacolo dal Vivo darebbe una svolta al settore italiano.


Vent'anni di Mei è un traguardo importante. Oltre ai bei ricordi ci sono state polemiche che ti hanno fatto male in tutto questo tempo?

Non ho mai litigato con nessuno ma sono stato vittima, come capita spesso nell’Italia dei campanili, di quel “frazionismo” che tende a distruggere la coesione di un movimento e a parcellizzarlo e, tutto sommato, poi a renderlo innocuo. Ci ho sofferto ma purtroppo credo che queste cose vadano accettate, un po’ come quando un corpo ha l’influenza. Ecco, l’Italia è malata di campanilismo e non ce la farà mai a fare squadra comune. Se gli indipendenti l’avessero fatto, avremmo ottenuto molti più spazi, più sostegni, più autorevolezza come mondo indie complessivo.

In questi ultimi anni ci sono stati molti artisti che hanno avuto sbocchi importanti all'estero. Penso a M+A e Bachi da Pietra giusto per fare due nomi. Il Mei ha interazioni o vetrine in manifestazioni similari all'estero?

Abbiamo alcune collaborazioni in Francia, Spagna e Germania che hanno fruttato anche cose interessanti. Credo però che per questo serva un sistema paese che strutturi la presenza all’estero in modo organico, e soprattutto servirebbe a sostegno una piattaforma online dove trovare tutta la musica italiana, perché mi pare il vero modo di stare sui mercati esteri oggi.



Torniamo alla tre giorni di quest'anno. Quali sono gli eventi musicali previsti e c'è un artista che in questi vent'anni non sei mai riuscito a portare a Faenza ma avresti tanto voluto farlo?

I principali eventi sono la partecipazione di oltre cento artisti e band provenienti dai contest e festival della Rete dei Festival curata da Francesco Galassi insieme al Super Mei Circus e al Mei Superstage: qui si troveranno le migliori realtà emergenti del panorama italiano, gli Afterhours di domani. Tra gli eventi l’apertura con il Liscio Indipendente di ExtraLiscio il 23 settembre, il grande concerto gratuito di Daniele Silvestri il 24 settembre in Piazza che celebra i 20 anni del Mei, cui lo stesso Silvestri partecipò con la sua piccola etichetta indipendente alle prime edizoni della manifestazione. E poi l’omaggio a Battisti la stessa sera al Teatro Masini con Motta, Calcutta, Chiara Dello Iacovo, Miele, Daniele Celona, Iacampo e altri giovani della nuova scena cantautorale e il 25 settembre la grande reunione dei Boo – Hoos con gli Avvoltoi, due storiche indie band di Bologna e della Romagna che si riuniscono insieme per l’occasione. E poi tantissimi altri eventi come la Notte Bianca e la grande festa rap e elettronica al PalaExpo e la Musica nei Musei con Omar Pedrini e Collettivo Ginsberg e ancora tanti altri. Il programma completo è consultabile su www.meiweb.it

Riserva Indie è una trasmissione radiofonica. Trovi che il ruolo della radio nel proporre la nuova scena italiana sia ancora utile all'epoca di Internet e dello streaming online?

Sì, se le radio si specializzeranno in musiche ben precise e riconoscibili, lontane da quel che propongono nelle playlist principali i grandi player come Spotify; altrimenti il rischio è di essere uccisi come YouTube ha ucciso la tv musicale. Quindi molta musica a km zero e molte musiche innovative e di generi particolari, lontane dall’abituale pop-rock-rap multinazionale internazionale.

Faenza come vive questa tre giorni di musica? La città subisce o interagisce con la manifestazione?

C’è una forte partecipazione e un forte orgoglio di essere la città che ha assunto questo ruolo in Italia, al centro dell’attenzione nazionale da 20 anni con un forte traino turistico che ha portato tanti giovani a Faenza, giovani che molto probabilmente senza il Mei non ci sarebbero mai passati.

Grazie per la tua disponibilità Giordano e prima di chiudere vorrei ci ricordassi come interagire col Mei e cosa fare per poter partecipare agli eventi.

Grazie a te e grazie a voi, perché è grazie alle radio come la vostra che si può continuare a diffondere la musica indipendente e quindi a fare il nuovo Mei ogni anno. Il Mei è libero e aperto a tutti, invito tutti a esserci dal 23 al 25 settembre perché sarà un weekend straordinario. Per ogni informazione c’è il sito www.meiweb.it oppure si può telefonare allo 0546.646012 e si può interagire su Facebook sulla pagina del Meeting degli Indipendenti. Vi aspettiamo.




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