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sabato 13 marzo 2021

IL NIGHTCLUBBING PRIMA DELLA PANDEMIA - 10 DIFFERENZE TRA I CLUB BERLINESI E ITALIANI - INDIETORIALE NOSTALGICO DI MAURIZIO



La pandemia ha annientato una scena, quella dei locali e dei club, già agonizzante ben prima che il covid arrivasse. Nella speranza che presto si possa tornare a una quotidianità decente per tutti ripesco questo articolo scritto ben prima che il coprifuoco iniziasse alle 22 e figlio dei tanti viaggi, e dei tanti concerti, nella città che mi ha adottato, e in cui si respira un'aria unica di libertà: Berlino.


1) In ogni live club berlinese c'è un biglietto d'ingresso, spesso poco più che simbolico (2 o 5 euro) e la gente lo paga senza battere ciglio. Tutto quello che ruota intorno alla musica (strumenti, artisti, dj..) ha un costo ed è giusto che ognuno contribuisca a ripagarlo se ne usufruisce. In Italia la gente è disposta a pagare un Negroni sei euro per ballare su un dj set trash anni 80, che è poco più che una playlist su spotify, ma storce la bocca se deve pagare due euro per vedere un concerto.

2) In ogni club berlinese che si rispetti la serata si apre sempre con un live di livello alto a un orario "umano". Suona solo chi è bravo e la direzione artistica di un club è la chiave per il successo o l'insuccesso di un locale. La qualità, a Berlino, paga sempre. Da noi il live ha il successo di un comizio di Renzi in piazza e la gente arriva dopo (nel caso di Renzi la capisco..)

3) Durante il live a Berlino la gente assiste al concerto, e non necessariamente suona la band di liceali del paese, ma perfetti sconosciuti da tutto il mondo. Cioè, non so se mi sono spiegato, guarda e ascolta proprio chi suona e spesso posizionandosi sotto il palco per godersi al meglio lo show. In Italia parte il primo giro di chitarra e la gente cerca l'uscita di sicurezza, manco fosse entrata la finanza.

4) Le cover band a Berlino suonano solo dove ci sono turisti italiani e russi. In Italia le cover band suonano soprattutto dove non ci sono i russi.

5) Nei locali dove si fanno le Jam a Berlino ogni musicista improvvisa sulla base di un tappeto sonoro iniziato da altri e non necessariamente su un brano noto. In Italia la jam (quasi sempre) è la naturale involuzione del Karaoke.

6) Nei club berlinesi la gente viene per socializzare, fare nuove conoscenze e ascoltare buona musica. Nei club italiani per prendere un drink, aggiornare i propri social al tavolo e battere il tempo su un brano degli Ac/Dc.


7) Nei club "indie" berlinesi i giovani (categoria che per me va dai 18 al massimo 25 anni..) ballano la top 40 settimanale di "Nme" con qualche classico. Nei club italiani i giovani ballano la top 40 dei loro nonni e quando "passa" un brano dalla top 40 settimanale di "Nme" si svuota la pista..

8) Nei club berlinesi un dj set degno di questo nome si fa coi vinili. Il resto è "altro".

9) Nel club Berlinese non ci sono apparecchi televisivi sintonizzati su Rtl102.5 o peggio ancora su Radio Italia (a meno che non siano locali rivolti a turchi, italiani o russi)

10) Per entrare nei club Berlinesi non serve la tessera Arci. 


La globalizzazione, più che la pandemia, ha reso minori le differenze tra i due mondi. Purtroppo..



10 commenti:

  1. Totalmente in disaccordo con il punto 6.

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  2. Totalmente in disaccordo col punto 6.

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  3. mi pare la sagra del qualunquismo questo articolo. inutile per migliorare la situazione italiana e non produttivo per stimolare i ragazzi ad andare ai live italiani. io sono convinto che locali che offrono qualità (cito il the cage di livorno) siano ripagati da numero e qualità di spettatori che pagano tranquillamente biglietti che vanno dai 10 ai 20 euro. trovo parecchio assurdi i commenti riguardanti i supporti chr usano o dj, chi se ne frega se usi i vinili o il traktor collegato al mac?! e piuttosto immaturo fare una gara sul numero di concerti visti.... p.s. sono italiano

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  4. Caro italiano ,considera che il Cage,da te nominato,ha gente nel locale ma solo con live di artisti che hanno ormai superato gli -anta(Marlene,Tre allegri,Linea 77,Afterhours,Tito e Tarantula,Massimo Volume,Offlaga, ecc ecc...)I piccoli club che dovrebbero vivere della curiosità degli appassionati o fanno la fame o sono costretti a chiamare le cover band per avere un centinaio di sfigati che prendono il gin tonic ascoltando uno vestito come Vasco Rossi che,purtroppo,canta come Vasco Rossi.Quando il piccolo club fa una programmazione di qualità(Mai sentito parlare del Tagomago?) ma con gente che trovi solo su "Blow Up"o "Rumore" ci rimette o,peggio,non paga la band perchè non incassa.Se a Berlino,ma credo anche a Londra,uno è disposto a pagare per vedere dei perfetti sconosciuti(ma sa che in quel locale la qualità è sempre alta) vuol dire che li c'è una scena di curiosi e appassionati che qui lascia il posto,quasi sempre,a dei fighetti alcolizzati coi soldi di mami e papi(do you know italian bamboccioni?) che poi fanno i fighi condividendo video su youtube di un cantautore neozelandese..Non ho la pretesa di migliorare la scena italiana ma solo di dare il mio punto di vista,condivisibile o meno.Il numero dei concerti serve solo per farti capire che non parli con uno che vede la realtà solo su facebook,come il 90% degli pseudo esperti ma con uno che tra trasmissione radio e live "sotto il palco" gira parecchio in ambiente indipendente italiano.Ovviamente attendo le tue proposte per migliorarela situazione italiana sempre che tu ritenga esista un problema "musica di qualità in italia e avventori",altrimenti vogliamoci bene e diciamo al mondo che viviamo nel posto migliore sulla terra anche musicalmente parlando..

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  5. La descrizione esatta della realtà musicale italiana.

    Mancano solo i momenti in cui si scattano le foto con corna, lingua di fuori con piercing, tattoos in bella (tamarra) mostra e bicchiere-drink in mano, mentre alle spalle suona il gruppo "CAIO" di cui ovviamente non frega una cippa a nessuno;
    tanto l'importante è far vedere (sui social net.) che ci si è / e ci si diverte :-(
    Poi a casa ad ascoltare l'ultimo del Liga (lui si che è figo, vuoi mettere quanti dischi ha venduto?) o peggio, della ignobile tunza.

    Morte alla rete - Rete alla morte

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  6. Magari fammi tu una playlist di musica "non da sfigati"che così mi aggiorno e,sicuramente,imparo qualcosa.Sui numeri della radio preferisco avere 500 persone che mi ascoltano puttosto che fare da sottofondo per 5000 persone che scrivono cazzate su un tablet in casa..Sul cd come supporto di transizione attendo la tua dettagliata "storia della musica e dei suoi supporti",anche qui credo avrò molto da imparare.....

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    1. Si, hai molto da imparare...altrimenti non avresti scritto un articolo del genere.

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  7. Sempre pronto a imparare,sempre aperto alle critiche costruttive..Meno agli attacchi personali di chi si nasconde dietro l'anonimato..

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  8. Articolo super romanzato!vivo a Berlino.che non e'l italia ma non e'certo cosi!tchüss!

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  9. Il problema temo non sia com'è Berlino ma com'è l'Italia oggi..Culturalmente parlando ovviamente,perchè per il resto probabilmente è ancora peggio..

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