Quasi duecento chilometri tra Pietrasanta e Correggio,
provincia di Reggio Emilia, non sono un peso, soprattutto quando in Emilia
(paranoica) hai una fedele compagna di concerti che offre ospitalità.
Alla volta di Correggio inseguendo l’Ortodossia.
Trent’anni fa usciva un album che ha fatto la storia della musica italiana. Trenta sono gli anni di attività di chi sta a monte di questo progetto: Massimo Zamboni.
“Trent’anni di ortodossia” è un viaggio nel tempo. Per chi, come me, nasceva nel 1983 e certa musica se l’è andata a cercare da sola, attraverso percorsi paralleli e improbabili, per chi li ha vissuti e torna per una sera giovane, per chi si approccia scettico “Manca Giovanni per cui non vale!”, per chi non sa cosa aspettarsi salvo un io sto bene, io sto male, io non so come stare.
Trent’anni fa usciva un album che ha fatto la storia della musica italiana. Trenta sono gli anni di attività di chi sta a monte di questo progetto: Massimo Zamboni.
“Trent’anni di ortodossia” è un viaggio nel tempo. Per chi, come me, nasceva nel 1983 e certa musica se l’è andata a cercare da sola, attraverso percorsi paralleli e improbabili, per chi li ha vissuti e torna per una sera giovane, per chi si approccia scettico “Manca Giovanni per cui non vale!”, per chi non sa cosa aspettarsi salvo un io sto bene, io sto male, io non so come stare.
L’aria è carica di attesa. Il palazzetto si riempie. Massimo Zamboni sale
sul palco accompagnato dalla superba Angela Baraldi, che sostituisce e supera
il vuoto lasciato da Giovanni Lindo Ferretti. Con una teatralità punk, una
fisicità che spiazza è perfetta in quel ruolo che pare fatto apposta per lei.. (chi
sostiene che sia solo il corrispettivo femminile di Ferretti è, a mio parere,
fuori strada). Ad essi si aggiunge
Giorgio Canali, da sempre chitarrista disturbato che ammalia, Danilo Fatur,
l’artista del popolo che abbina ferraglie a sguardi folli ed alienati. Loro 4
calcano il palco senza rubare la scena a tre ottimi musicisti quali Erik
Montanari alla chitarra, Cristiano Roversi al basso stick e tastiere e Simone
Filippi alla batteria.
Punk Islam, In viaggio, Annarella, Mi
ami?, Io sto bene, Quasi tutti, Emilia Paranoica, Huligani Dangereux, Valium
Tavor, Spara Juri, Curami tanto per citarne alcune, in ordine sparso. La
gente si scalda, comincia a lasciarsi trasportare dopo l’iniziale
disorientamento e stupore. Ed è follia. E allora lo senti quello che ti sei persa
nascendo negli 80, adolescente nei 90, quasi adulta negli anni zero. La tua
ricerca ti ha portata qui. E lo senti quell’urlo in gola che non è strozzato
per una volta. Mentre cerchi di fissare il momento appaiono tre pezzi del nuovo
album di Massimo ed Angela “Un’infinita
compressione precede lo scoppio”.
Sono tre pezzi che incuriosiscono e inducono all’acquisto di
un album che – ad oggi – non riesci ancora a togliere dallo stereo. Oggi che
sono passati tanti giorni ed ho letto che ci sarà pure un altro concerto al
quale non potrò mancare… I CSI riuniti (ancora senza Ferretti) solo per 5 date,
a partire dallo Sherwood Festival di Padova il 5 luglio.
Altri km da percorrere, altre emozioni forti in arrivo, ora ancora.
Testo,foto e video di Chiara Tommasi
Testo,foto e video di Chiara Tommasi
Nessun commento:
Posta un commento