La radio passa Golden Brown degli Stranglers. Francesca
intervista Ico e la genesi dell’incontro con questo libro
scivola via lontana. Come appare già lontana, ahimè, la serata di presentazione
di “Fegato” organizzata dal Cisesg (l’associazione di cui faccio parte) presso
il Caffè i Picari a Pietrasanta, solo pochi giorni prima. L’immagine di quei
tre pisani che hanno retto la serata - l’esimio autore Ico Gattai, l’illustre
prefatore Massimiliano “Ufo” Schiavelli” (The Zen Circus)
e Totino Setzi, guitarist extraordinaire
- si confondono con la ritmica del pezzo.
Fegato è un
romanzo, edito dalla Felici edizioni, alla seconda ristampa in pochi mesi. E’
la storia di una band – Le mucche di mare
(agitato) - che dieci anni prima era una certezza del panorama underground locale
e che oggi invece, è una certezza della scena rock italiana.
Il suo leader, Davide, ha fatto strada. Davide è geniale. Davide è quello che
scende a compromessi agli occhi di un duro e puro. Davide è quello che è andato
avanti lasciando indietro qualcuno: Piero e Gancio. Due caratteri diversi, due
modi diversi di vivere questo esser stati esclusi. E da qui si snodano alcuni
dei temi principali: il rancore, la gelosia, il risentimento che mangia il
fegato, che consuma, che corrode come un acido.
Nel mezzo c’è tanta musica. Musica esplicitamente citata o
musica da scovare all’interno del romanzo; musica estera, classici del rock
mixati con tanto Battiato; musica che è (e che dà) il ritmo stesso della
narrazione, ai personaggi, agli eventi. Oltre a tanta provincia.
Quella che ti
fa marcire, quella dalla quale vuoi scappare appena puoi ma che, come la
peggiore delle matrigne, ti chiama per saldare il conto.
Testo di Chiara
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