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sabato 12 gennaio 2013

Indietoriale della settimana//Linea 77: La musica è finita?

Quello che è diventata la rete per la musica credo sia inevitabilmente, e direi pateticamente, sotto l'occhio di tutti: uno spazio in cui ognuno si sente in dovere non di essere propositivo, ma di distruggere, di criticare, di prendere in giro un artista o un testo magari avendolo solo ascoltato per 30 secondi su youtube.
Distruggere la band del momento, distruggere un artista e il tutto non per spirito di critica argomentata, ma per alimentare il proprio ego sfrenato da fighetto frustrato che con l'odio viene considerato da un mondo che altrimenti lo condannerebbe all'isolamento e all'onanismo selvaggio su youporn.
Di "sette note" se ne parla e si scrive più su internet di quanto se ne ascolti dal vivo, e questa è la chiave del problema.
La musica è diventata un video su youtube che posso ascoltare a mediocre qualità per 30 secondi e poi decidere se quello sarà l'artista della mia vita o passare alla proposta successiva, ma del "sudore" della musica, dell'intensità di ascoltare un artista su un palco,questi dottorini della rete ne sanno qualcosa?Tutti questi novelli Lester Bangs della consolle dove sono quando ci sono i concerti,spesso gratuiti, anche sotto casa loro?
Care amebe mentecatte ma pensate davvero che la musica sia solo quella che va su youtube o il cinema quello che guardate in streaming nelle ristrettezze di un monitor o peggio ancora sul telefonino pagato da mamma e papà?             
"Avanti un altro", per dirla alla Bonolis: in fondo questo è il sottile motto del fruitore medio della musica in rete, e attenzione, questo non è un discorso legato solo agli under trenta, perchè a vedere certe bacheche di depressi over 40 col mito di "Sex in the city", ti viene voglia di diventare un hacker.
Due cliccate e "sei fuori", come dice Briatore. Due cliccate e ho già giudicato mesi e mesi di lavoro su un brano, o peggio ancora su un album.
E ho pure la pretesa di scriverne e di pretendere ci sia qualcuno sia d'accordo con me nel criticare qualcuno che ho ascoltato su internet per 30 secondi.
Quello che sommerge e "devia" la rete è la mancanza del bello, della poesia, della melodia, e invece è un dilagare di criticoni del nulla o di band più o meno precarie, con una preparazione musicale da almanacco di Guitar Hero, letto solo a metà, ovviamente, e la presunzione per alcuni di scrivere cose intelligenti solo perchè si sputa fuoco su tutto e su tutti e si sfrutta una bibliografia mutuata da wikipedia. La follia di un mondo in cui uno diventa star sulla rete e su uno schermo prima che bravo su un palco. La chiamano Videocracy.
Maurizio
                                                                  
                                                          
ODIO IL 15ENNE CHE FA RAP E PARLA DI TROIE E COCA

SI SENTE SNOOP DOG E INVECE SEMBRA SPONGEBOB
ODIO IL RADICAL-CHIC CHE ASCOLTA SOLO BATTIATO

PARLA COME SGARBI E POI SI VESTE COME PLUTO
ODIO IL DISCOGRAFICO ITALIANO
CHE INVESTE NEL FUTURO
MANDANDO AL BANO SU RAI 1
ODIO, ANZI NO INVIDIO
CHI ANCORA ASCOLTA MUSICA SENZA FAR POLEMICA


       Linea 77 da "La Musica è finita"

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