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domenica 7 febbraio 2021

IL SENSO DI APPARTENENZA DELL'HIROSHIMA MON AMOUR - #ULTIMO CONCERTO - INDIETORIALE DI MAURIZIO CASTAGNA


Ho scritto queste parole di getto qualche anno fa di ritorno da Torino nei giorni in cui l'Hiroshima compiva i suoi primi 25 anni. Le ripropongo oggi, in un periodo in cui sembra che la gente accetti passivamente lo stato delle cose e soprattutto la prospettiva zero di una ripartenza, pur con i sacrosanti vicoli della sicurezza, di qualsiasi attività culturale.



25 anni di vita, di musica, di cultura, e tanto altro, questo è il primo quarto di secolo dell'Hiroshima Mon Amour di Torino. Il senso di appartenenza che regala questo posto, anche a chi per ragioni private è costretto a "viverlo" pochi giorni all'anno, è qualcosa di unico e indescrivibile, almeno per me. Ti senti parte di qualcosa che senti forte dentro ma non c'entrano politica o "tribù" musicali. l'Hiroshima è un mondo a parte dove non devi mostrare tessere per entrare o indossare divise per essere accettato. Sono quei posti dove decidi di andare senza sapere chi c'è, chi suona, chi espone. E' un luogo che propone cultura e tu sai  che qualunque cosa troverai (dai Marlene ai Chikinki) varrà comunque  il prezzo del biglietto. Perchè è uno dei rari casi in Italia in cui la credibilità è stata costruita negli anni dalla passione e non da direttori artistici dell'ultima ora con poche idee e soprattutto poca voglia di rischiare. E non c'è niente di più bello che uscire da un posto pieno di stimoli, magari inaspettati, e rientrare di notte a casa con la sensazione di non esserti sentito solo anche se non hai parlato con nessuno e sapendo che ci sarà un nuovo sabato sera all'Hiroshima a farti sentire vivo... (scritto 08-07-2012)

                                                               Tavola di Davide Toffolo
                                                                                

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